Sviluppo sostenibile: significato e importanza per un futuro migliore
Lo sviluppo sostenibile rappresenta oggi un pilastro fondamentale delle decisioni aziendali. Garantire il rispetto del pianeta, preservando le sue risorse limitate e tutelando le generazioni future, è la base per un progresso autentico e duraturo. Le imprese, insieme a governi e cittadini, sempre più adottano comportamenti responsabili in linea con i criteri ESG (Environmental, Social, Governance), promuovendo un modello di crescita che bilanci sviluppo economico e rispetto ambientale.
La sensibilità verso questi temi è in costante evoluzione: l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con i suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), traccia chiaramente la strada da percorrere. In Italia, questa transizione è supportata dal PNRR, che ha destinato 59,47 miliardi di euro (pari al 37% dei fondi complessivi) alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica. Questo investimento sottolinea l’importanza dello sviluppo sostenibile come fattore centrale per il futuro delle imprese e del Paese, incentivando il tessuto produttivo a intraprendere azioni concrete per un domani più equo e resiliente.
Agenda 2030: un programma globale per un futuro sostenibile
L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite è un piano d’azione globale che mira a promuovere il benessere delle persone, proteggere il pianeta e garantire prosperità per tutti. Sottoscritta nel 2015 dai governi di 193 Paesi, questa iniziativa si concretizza in 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), articolati in 169 traguardi da raggiungere entro il 2030.
Tra gli obiettivi chiave figurano:
- Sconfiggere la fame e la povertà
- Promuovere la salute e il benessere delle persone
- Garantire un’istruzione di qualità accessibile a tutti
- Raggiungere la parità di genere
- Favorire lavoro dignitoso e crescita economica
- Costruire città sostenibili
- Incentivare consumo e produzione responsabili
- Combattere il cambiamento climatico
L’avvio ufficiale dell’Agenda è avvenuto nel 2016, con un impegno collettivo per attuare misure concrete volte al raggiungimento di tali obiettivi.
Significato di sviluppo sostenibile per le aziende: l’aspetto sociale
La sostenibilità aziendale non si limita alla tutela dell’ambiente, ma comprende anche la dimensione sociale, un elemento cruciale per garantire uno sviluppo sostenibile equilibrato e inclusivo. I criteri “Social” si riferiscono al modo in cui un’azienda interagisce con le persone e le comunità con cui si relaziona, promuovendo pratiche responsabili e inclusive, necessarie per costruire un contesto lavorativo più equo e produttivo.
Un modello di sviluppo sostenibile deve mirare a generare un impatto positivo sulla collettività, affrontando temi chiave come:
- La sicurezza e i diritti dei lavoratori
- L’equilibrio tra vita lavorativa e privata
- La giustizia sociale, l’equità e le pari opportunità
- Il benessere, l’inclusione e lo sviluppo delle persone all’interno dell’azienda
- L’investimento nella formazione continua per lo sviluppo delle competenze
Incorporare la dimensione sociale nelle strategie aziendali non solo migliora il contesto lavorativo, ma rafforza anche il legame tra impresa e comunità, favorendo un clima di fiducia e collaborazione.
Questo approccio permette alle aziende di affrontare le sfide sociali contemporanee, come la riduzione delle disuguaglianze e la creazione di opportunità per tutti, rispondendo in modo concreto alle aspettative dei dipendenti, degli stakeholder e della società nel suo insieme. Gli effetti positivi si riflettono non solo sulla reputazione e sulla performance aziendale, ma anche sulla capacità di attrarre nuovi talenti e migliorare la produttività a lungo termine.
Perché lo sviluppo sostenibile è un vantaggio competitivo?
Oggi, essere sostenibili è anche una scelta strategica. Le aziende che dimostrano un impegno concreto verso i criteri ESG possono accedere più facilmente a finanziamenti pubblici agevolati e attirare investitori privati, che vedono nello sviluppo sostenibile un elemento di stabilità e di crescita a lungo termine. I fondi di investimento, infatti, guardano con crescente interesse alle realtà che adottano modelli sostenibili, percependo tali imprese come più resilienti alle sfide economiche e ambientali.
Allo stesso modo, cresce il numero dei consumatori che premiano le imprese attente all’ambiente, riconoscendo il valore aggiunto di prodotti e servizi sostenibili. Secondo la ricerca GfK Sustainability, il 34% degli italiani è disposto a modificare le proprie abitudini di acquisto per migliorare l’impatto ambientale, mentre una fetta crescente di acquirenti valuta la trasparenza e l’impegno delle aziende come fattori chiave nelle decisioni di acquisto.
Integrare lo sviluppo sostenibile nei processi aziendali non è quindi solo una responsabilità etica, ma una leva competitiva che consente alle imprese di distinguersi sul mercato, rispondere alle aspettative dei clienti e costruire una reputazione solida e duratura.
L’impegno dell’Unione Europea è costante: la Direttiva sulla due diligence di sostenibilità aziendale obbliga le grandi imprese a monitorare l’intera catena del valore per individuare e mitigare impatti negativi su ambiente e diritti umani, promuovendo così comportamenti aziendali più etici e responsabili.
Rendicontazione e sviluppo sostenibile: un elemento chiave
Comunicare e misurare l’impegno per lo sviluppo sostenibile è ormai una necessità strategica per le imprese moderne. E’ in vigore l’obbligo, per alcune aziende, di redigere la Dichiarazione Non Finanziaria (DNF), strumento che permette di rendicontare obiettivi, azioni e progressi in linea con i criteri ESG. Anche le imprese non obbligate possono trarre importanti vantaggi dalla pubblicazione volontaria di un bilancio di sostenibilità, utilizzandolo come leva per attrarre investitori, clienti e stakeholder sensibili ai temi della sostenibilità.
Strumenti come gli standard GRI (Global Reporting Initiative) svolgono un ruolo fondamentale nell’assicurare che la rendicontazione sia chiara, strutturata e comparabile a livello internazionale. Questi standard forniscono linee guida rigorose per misurare e comunicare le performance di sostenibilità, coprendo aspetti ambientali, sociali e di governance.
Adottare queste pratiche consente alle imprese di:
- Monitorare i progressi rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile
- Dimostrare con dati concreti il proprio impegno
- Rispondere alle esigenze di trasparenza da parte degli stakeholder
Sviluppo sostenibile in Italia: una sfida ancora aperta
In Italia, sempre più imprese stanno integrando i principi ESG nei propri piani industriali, riconoscendo l’importanza di un modello di business sostenibile per rimanere competitive in un mercato in evoluzione. Il report EY “Seize the Change” evidenzia come il 69% delle aziende abbia sviluppato un piano di sostenibilità e il 44% abbia fissato obiettivi concreti, dimostrando una crescita significativa rispetto agli anni precedenti.
Il PNRR rappresenta un importante incentivo per spronare ulteriormente le imprese italiane verso modelli di sviluppo sostenibile. Essere sostenibili non significa solo contribuire a un mondo migliore, ma anche diventare più competitivi nel lungo periodo, creando valore duraturo per l’azienda, i lavoratori e la società nel suo insieme.
Modelli organizzativi sostenibili: l’approccio di Oblos
Oblos aiuta le imprese ad integrare, progressivamente e consapevolmente, tutti i valori “Social” che il mercato richiede.
Con progetti personalizzati di innovazione dei processi e dei modelli e di riorganizzazione, Oblos porta le imprese, micro, piccole e medie ad affrontare i cambiamenti, nazionali e globali per essere compliance e per restare sul mercato e per ampliare la produttività ed il profitto.
Tra le pratiche, tailor made, che Oblos realizza ci sono:
- Pianificazione strategica delle risorse umane;
- Formazione;
- Certificazione di parità di genere;
- Certificazione Diversity e Inclusion;
- Contrattazioni aziendali e regolamenti interni;
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